Guida ai libri fantasy su Re Artù e Mago Merlino
Uno sguardo d'insieme sul ciclo bretone nella letteratura e non solo
Sul ciclo arturiano, o ciclo bretone, sono stati versati fiumi d’inchiostro e girati chilometri di pellicola.
Un elenco completo o anche solo esaustivo della produzione degna di considerazione a livello artistico e culturale richiederebbe pagine e pagine ed è lungi da noi il voler dare dare un ordine di merito o fare una classifica.
D’altronde il “romanzo arturiano” nasce dalla tradizione medievale, di cui e’ stato un filone importante e una serie sterminata di autori ha contribuito ad accrescerne il corpus, fino ai nostri giorni.
Vogliamo qui elencare alcuni titoli che, a nostro avviso, sono dei riferimenti per chi voglia avere un punto di partenza, un angolo diverso o semplicemente una bella storia che ripercorra le gesta di Re Artù, di Merlino o che sia ambientata nella leggendaria Camelot e dintorni.
Questa guida va intesa come una pagina vivente, un documento in divenire, che verrà aggiornato periodicamente con nuove schede
La Grotta Di Cristallo
di Mary Stewart
La Grotta di Cristallo di Mary Stewart è il primo di tre libri che l’autrice britannica dedica al ciclo arturiano. Gli altri due libri sono Le grotte nelle montagne e L'ultimo incantesimo.
La storia, pur ripercorrendo tutto l’arco della vicenda arturiana, è in realtà incentrata sul personaggio di Merlino che viene raccontato soprattutto come un uomo, con le sue idee, la sua forza e le sue debolezze.
La storia di Artù, quindi, l’epopea di un regno ma soprattutto la storia di un uomo.
In realtà’ esistono altri due libri dedicati al ciclo bretone: Il giorno fatale e il Il principe e il pellegrino ma non sono direttamente legati al mago pur completando il quadro generale della vicenda arturiana.
Le Nebbie di Avalon
di Marion Zimmer Bradley
Le Nebbie di Avalon di Marion Zimmer Bradley è considerato un capolavoro della letteratura fantasy ed è sicuramente uno dei punti più alti della produzione artistica della scrittrice statunitense.
Considerato un romanzo “femminista” da alcuni, offre sicuramente una prospettiva alternativa e chiaramente in tema con l’autrice alla vicenda di Re Artù.
La storia è tutta narrata al femminile, attraverso l’alternarsi del punto di vista tra le figure femminili maggiori e minori del ciclo: Ginevra e Morgana, Igraine, Morgause…
Il libro fa parte di una serie, il Ciclo di Avalon, composto da otto romanzi di cui rappresenta la parte conclusiva della storia, pur essendo stato il primo ad essere stato scritto e pubblicato.
Il Re d'Inverno
di Bernard Cornwell
Il Re d'Inverno è il primo romanzo del ciclo "Il romanzo di Excalibur” ad opera di Bernard Cornwell.
Anche qui, il punto di vista è quello di un personaggio “trasversale” alla vicenda arturiana: Derfel Cadarn, guerriero e amico di Artù.
Il personaggio è invenzione letteraria originale, non appartenente alla cerchia dei protagonisti canonici del ciclo bretone, ma è probabilmente ispirato a San Derfel, monaco guerriero britanno che compare nel ciclo.
Anche in questo caso, Il Re d’Inverno è il primo romanzo di una saga di cui fanno parte anche: Cuore di Derfel, Torre in fiamme, Il tradimento, La spada perduta.
The History of the Kings of Britain
di Geoffrey Monmouth
Historia Regum Britanniae, opera in latino del XII secolo scritta da Goffredo di Monmouth è la cronaca della storia dei re di Britannia e rappresenta un po’ il punto di origine della letteratura e della mitologia del ciclo bretone ma, attenzione, abbraccia un intervallo e una vicenda assai più ampia che la storia di Artù e i suoi cavalieri.
Ne esistono varie traduzioni, leggermente difficili da reperire.
Al link che vi proponiamo qui sotto si può acquistare la versione tradotta in inglese, in un'edizione del 2009.
Le Morte Darthur
di Sir Thomas Malory
Le Morte Darthur (La morte di Artù, in italiano) è un’opera di Sir Thomas Malory risalente al XV secolo.
È una raccolta e una rielaborazione dell’intero corpus del ciclo bretone e rappresenta una delle opere inglesi più importanti e rilevanti riguardanti il ciclo stesso.
È probabilmente l’opera che è stata più usata e abusata come punto di riferimento per ogni produzione successiva (letteraria, cinematografica, teatrale e di qualunque altro tipo), abbracciando tutta la vicenda dalla nascita alla morte di Re Artù.
Anche per quest'opera vi proponiamo il link per acquistare la versione inglese edita da Wordsworth Classics of World Literature ma è possibile in alternativa acquistare Storia di re Artù e dei suoi cavalieri del 2017, a cura di G. Agrati e M. L. Magini.
Re Lear
di William Shakespeare
Re Lear, di William Shakespeare è una tragedia in 5 atti scritta nel XVII secolo.
Vogliamo pensare che sia impossibile che non conosciate l’autore o che non abbiate mai sentito nominare il titolo dell’opera, ma il fatto che la vicenda prenda le mosse dalla mitologia britannica potrebbe essere un fatto meno noto.
Non rappresenta certo questo, comunque, uno dei meriti principali dell’opera del più grande drammaturgo della storia.
Si tratta di un’opera considerata uno dei capolavori assoluti di Shakespeare, non c’e’ molto altro da aggiungere.
Una lettura senz'altro impegnativa, ma se state leggendo queste righe probabilmente siete preparati.
La Caduta di Artù
di J.R.R. Tolkien
La Caduta di Artù di J.R.R. Tolkien è un poema ad opera del padre della letteratura fantasy moderna rimasto incompiuto e pubblicato postumo a cura del figlio Christopher Tolkien, come gran parte della produzione tolkeniana.
Rappresenta qualcosa di diverso da tutto il resto del materiale di Tolkien e racconta di Artù come un condottiero britannico ultimo baluardo contro le invasioni sassoni dell’Alto Medioevo.
Si tratta forse dell'opera "più fantasy" tra quelle presentate in questa scheda in cui la vicenda guerresca, gli amori, gli eroismi e i drammi che ruotano intorno alla tavola rotonda si intrecciano e rispecchiano l'eterna lotta tra Bene e Male, tra Ordine e Caos che tanto richiama le più note opere del corpus tolkeniano.
Excalibur
di John Boorman
Excalibur è il film del 1981, diretto da John Boorman, che rappresenta tutt’oggi IL film su re Artù da vedere.
Due ore e venti minuti di una storia raccontata con toni e ritmi aulici e solenni, non quello che oggi si definisce un action movie ma un affresco meraviglioso e magico che e’ semplicemente imprescindibile per un amante del cinema o del fantasy.
Il Primo Cavaliere
di Jerry Zucker
Il Primo Cavaliere è un film del 1986 che vede Sean Connery nei panni di Artù e Richard Gere in quelli di Lancillotto.
Nonostante l’ambientazione e i personaggi, il film non è propriamente la storia di re Artù come ce l’aspetteremmo ma piuttosto un film d’azione che del ciclo bretone prende in prestito personaggi e trame per mettere in scena una storia tipica del cinema di genere degli anni ottanta, incentrato su amore, avventura e contrapposizione tra eroe e villain.
Buon successo commerciale, adatto per una serata tra amici, un po’ datato.
King Arthur
di Guy Ritchie
King Arthur - Il potere della spada è un film del 2017 diretto da Guy Ritchie ed è, al momento di scrivere questo articolo, il più recente lungometraggio ispirato al ciclo bretone.
Premiato da uno scarso successo di pubblico, va detto che il film non è sostanzialmente peggiore di una quantità di altre produzioni vecchie e nuove ed ha se non altro il pregio di raccontare la vicenda del ciclo arturiano in un modo moderno.
La Spada nella Roccia
di Wolfgang Reitherman
La Spada nella Roccia è uno storico film di animazione della Disney datato 1963.
Siamo ben lontani dai film di animazione odierni, qui si parla di fondali e animazioni disegnate a mano, di un classico la cui produzione è stata curata direttamente da Walt Disney in persona.
Strano immaginare che non sia capitato di vederlo, ma se fosse questo il caso...
Monty Python e il Sacro Graal
di Terry Gilliam e Terry Jones
Monty Python e il Sacro Graal è una commedia del 1975 scritta, diretta e interpretata dal geniale gruppo di comici inglesi noti collettivamente, appunto, come Monty Python.
Il film narra la storia di Artù che riceve da Dio in persona il compito di recuperare il Santo Graal. Ispirata alla mitologia bretone, il film è una miniera di gag, personaggi e situazioni esilaranti.
Per chi può, è consigliata (doverosa, quasi) la visione della versione originale inglese in quanto la versione doppiata in italiano, per quanto ottima e divertentissima, tradisce in parte lo spirito originale dell’opera e non risulta altrettanto esilarante.
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