Romanzo Criminale
L'eccezionale affresco criminale di Giancarlo De Cataldo
Pubblicato per la prima volta nel 2002, il Romanzo Criminale (titolo e classificazione in questo caso coincidono che è una meraviglia) del giudice Giancarlo De Cataldo è sia un ottimo romanzo sia un punto di svolta importante per la produzione artistica (cinematografica e televisiva) italiana. Il libro ha dato origine a un ottimo film del 2006 di Michele Placido e a una ancor più ottima serie TV in due stagioni andata in onda a partire dal 2008 che ha in qualche modo dimostrato come anche in Italia fosse possibile mettere in scena, con grandissimo valore produttivo, storie crude, sporche, girate in modo moderno e che soprattutto non parlassero solo di Santi, vicende famigliari, personaggi storici e buoni sentimenti.
Al di là dei meriti della serie e del film, è dal libro che parte tutto: la vicenda, l’ambientazione, lo stile, il linguaggio.
È la Roma della fine degli anni 70 e il romanzo ripercorre la storia della Banda della Magliana, una organizzazione criminale che ha operato a Roma a partire da quegli anni e i cui traffici andavano dalle rapine ai rapimenti, allo spaccio di stupefacenti e oltre, e la cui vicenda è fortemente intrecciata col tessuto e la storia stessa della città.
Il romanzo contamina fantasia, cronaca, ipotesi di complotto, verità acclarate, tratteggiando con precisione e crudezza la vicenda della banda e dell’Italia stessa in un periodo piuttosto complesso (viene da chiedersi quale periodo non lo sia) della sua storia, tra intrecci con politica, mafia, stragi e violenze.
Viene da pensare che gli unici elementi di fantasia siano i nomi dei protagonisti, che vengono sempre chiamati mediante i soprannomi che essi stessi si sono guadagnati o gli sono stati attribuiti “sul campo”, come “Il Libanese”, “Il Freddo”, “Dandi”. Ma questo espediente, unito a un linguaggio fortemente colloquiale e gergale, estremamente legato al dialetto romanesco, è in effetti sia un modo per artificiosamente slegarsi (ma non troppo) dai protagonisti reali della storia della Banda della Magliana, sia un riflesso dell’effettiva realtà delle cose: i membri della banda rispondevano soprannomi reali, diversi da quelli usati nel libro ma facilmente riconoscibili.
Lasciamo a chi è interessato il paragone tra la storia raccontata nel romanzo e quella raccontata nelle cronache e l’associazione di personaggi reali a personaggi raccontati.
Ci interessa qui sottolineare che Romanzo Criminale è un libro duro, crudo, appassionante, moderno che cattura e non lascia più fino alla fine, nonchè il capolavoro di Giancarlo De Cataldo.
Un viaggio agli inferi senza ritorno, dove è difficile distinguere buoni e cattivi, dove anzi sembra che siano tutti cattivi, compresi gli antagonisti che in questo caso sono lo Stato, la Polizia, il commissario Scialoja, uomo forte e debole allo stesso tempo, sempre in bilico tra i principi in cui crede e i propri turbamenti interiori.
Un romanzo moderno, intenso, famelico del nostro tempo.
Una lettura obbligata, fosse anche solo per gettare un’occhio su un periodo complesso della storia italiana.
Di Romanzo Criminale esiste un seguito ideale che continua la narrazione di quel misto di cronaca e fiction di quell’Italia contemporanea che fa da palcoscenico per le gesta della Banda della Magliana di De Cataldo, riprendendo anche alcuni dei protagonisti e in qualche modo riallacciando e continuando a tessere dei fili di quella lunga tela.
Il libro si chiama Nelle Mani Giuste ed e’ stato pubblicato nel 2007.
Esiste anche uno spin-off, o più propriamente un prequel intitolato Io Sono il Libanese, incentrato sulla figura del Libanese, appunto, uno dei capi della banda e uno dei personaggi più carismatici e iconici del libro.
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